Tignanello: vita e miracoli di un grande rosso italiano

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Nella Hall of Fame dei più prestigiosi vini italiani il Tignanello occupa un posto di rilievo, accanto a etichette del calibro di Sassicaia, Ornellaia, Solaia, Masseto, Siepi, e alle migliori espressioni di Barolo, Amarone della Valpolicella, e Brunello di Montalcino.

Nasce da una storica vigna abbarbicata sulla sommità di una pittoresca collina in località Tignanello, nel comune di San Casciano Val di Pesa, cuore del Chianti classico. Il nome pare derivi da Tinia, divinità etrusca venerata dalle antiche genti del luogo.

Il vigneto Tignanello di proprietà dei Marchesi Antinori comprende 57 ettari stesi su alberese e galestro, ad un’altitudine media di 350-400 metri sul livello del mare. In fase vegetativa le viti godono di una cospicua insolazione bilanciata da notti fresche: fattori che garantiscono una maturazione equilibrata, concentrazione aromatica e buona acidità. Accanto al Sangiovese, i filari annoverano uve Cabernet Sauvignon e Cabernet Franc, oltre a piccole quantità di Syrah e Merlot che furono piantate molti anni fa a scopo di sperimentazione.

Il Tignanello nacque ufficialmente nel 1971 su impulso del Marchese Piero Antinori e dell’enologo Giacomo Tachis, nell’ottica di creare un grande vino italiano capace di reggere il confronto con i Bordeaux d’Oltralpe. La presenza accanto al Sangiovese di Cabernet Sauvignon e Cabernet Franc e l’affinamento in barrique costituivano all’epoca scelte enologiche rivoluzionarie che comportarono in primo luogo l’uscita dal disciplinare storico del Chianti Classico stabilito dal Barone Bettino Ricasoli; e quindi l’inserimento nel novero ancora ufficioso di quelli che sarebbero stati poi definiti “Super Tuscans”.

Il successo fu mondiale. Merito del marketing di Casa Antinori, collaudato da sei secoli di storia e attento anche all’esempio californiano dei Mondavi, merito dell’impostazione rigorosa – oltre che del talento visionario – di Giacomo Tachis sia nella gestione viticola che in quella enologica, merito di un mercato che su scala planetaria aveva fame di un grande rosso made in Italy, un mercato che ancor oggi vede nella Toscana un simbolo assoluto di prestigio e bellezza.

Lo stile incarnato nel Tignanello persegue l’ottenimento di uve con spiccata concentrazione aromatica e tannini morbidi. Sulla collina di Tignanello il Sangiovese talvolta fatica a raggiungere la piena maturità, dando sfoggio della sua indole “nervosa”. Per questo vengono utilizzate le pietre bianche di alberese, prima frantumate e poi disposte ai piedi del filare, che riflettono la luce solare apportando quel bonus indispensabile per una maturazione ottimale. In cantina il mosto fermenta in tini troncoconici di legno, segue una pressatura soffice e la malolattica svolta in barrique. La macerazione, l’estrazione del colore e dei tannini, e la movimentazione dei mosti sono compiute con la massima delicatezza per preservare finezza ed eleganza. L’affinamento in rovere francese e ungherese si protrae per 12-14 mesi, in botti nuove e di primo passaggio. Le diverse varietà vengono vinificate ed elevate in legno separatamente per essere poi assemblate pochi mesi prima dell’imbottigliamento.

Dal 1982 il Tignanello è composto da Sangiovese 80%, Cabernet Sauvignon 15 %, Cabernet Franc 5%, ma occorre tener presente che nel lustro 2001-2006 vi fu un aumento del 5% del Sangiovese a scapito del Cabernet Sauvignon. Oggi al timone di Marchesi Antinori c’è Renzo Cotarella, eletto miglior winemaker del mondo nel 2001, enologo prodigioso che anno dopo anno dal feudo di Bargino continua a sfornare vini magistrali per eleganza e definizione aromatica.

Il Tignanello nel bicchiere → Rosso rubino di grande concentrazione e vivacità. Il corredo olfattivo denota soavità, eleganza ed un caratteristico tono balsamico. Profumi netti di ciliegia, lamponi e frutti rossi su un tappeto di sottobosco e violette. Ampio comparto speziato, dai chiodi di garofano alla vaniglia all’anice stellato. Sensazioni tostate e di torrefazione. Al palato l’ingresso è fresco ma carezzevole, con tannini setosi e integratissimi. Splendida intensità aromatica che si arricchisce di cioccolato e polvere di caffè, a sostegno di un finale lungo e persistente, in cui riecheggiano note balsamiche e mentolate. Materia prima di elevata qualità, mirabile sapienza enologica. Un grande rosso italiano.

Una bottiglia di Tignanello viene immessa sul mercato ad un prezzo che si aggira attorno ai 75 euro. Secondo le tabelle di Lavinium.it annate strepitose sono il 1990, 1995, 1997, 1999, 2006, 2008 e in prospettiva sarà eccellente il 2016. La 2012 viene accreditata come il migliore fra i millesimi più recenti. Prosit!

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